Colloqui preliminari
“Lei dice questo, ma cosa intende dire?”
Come scienza clinica, in ambito psicologico, il passaggio a qualsiasi tipo di trattamento senza un lavoro di approfondimento conoscitivo e una valutazione accurata della domanda e della situazione complessiva della persona comporterebbe il rischio di impegnarsi in un percorso lungo e costoso, senza garanzie di efficacia terapeutica.
Per questo, qualsiasi approccio alla cura per il trattamento dei disturbi psichici dev’essere preceduto da una serie di incontri di valutazione e di chiarificazione diagnostica. Tali incontri, detti preliminari alla terapia, sono finalizzati alla conoscenza del problema e della personalità di chi domanda una cura.
l colloqui preliminari aprono quindi lo spazio ad una decisione.
Si tratta di una serie di colloqui conoscitivi utili a una corretta messa in forma del problema e di ciò che spinge la persona a domandare aiuto.
Oltre ad essere lo strumento diagnostico fondamentale, i colloqui preliminari servono anche a decidere il tipo di terapia più adatta al caso singolare e a verificare se sono presenti le condizioni che la rendano praticabile. Il loro numero varia da caso a caso.
Attraverso i colloqui preliminari il soggetto potrà avere a sua volta le idee più chiare circa la natura del suo problema e sul tipo di cura più adatto al suo caso, prima di scegliere, liberamente, se aderire o meno al trattamento che viene indicato.
In alcuni casi, a seconda della particolarità della domanda di ciascuno e qualora non vi sia alcuna controindicazione, può essere necessaria, per l’orientamento della cura, una valutazione più approfondita della struttura della persona, della sua modalità di funzionamento cognitivo ed emotivo, delle sue abilità, oltre che delle difficoltà sperimentate tramite l’ausilio di test specifici.