Psicodiagnosi integrata

L'approccio

Gli step

Test utilizzati

La valutazione psicodiagnostica rappresenta la base essenziale di ogni intervento psicologico:

Come scienza clinica, in ambito psicologico il passaggio a qualsiasi tipo di trattamento senza un lavoro di approfondimento conoscitivo e una valutazione accurata della domanda e della situazione complessiva della persona comporterebbe il rischio di impegnarsi in un percorso lungo e costoso senza garanzie di efficacia terapeutica. 

Lo scopo è quello di formulare una diagnosi – intesa come comprensione approfondita della situazione e del disagio che la persona accusa – e un’eventuale indicazione di trattamento.

Ogni processo diagnostico si compone di una serie di attività specifiche finalizzate alla costruzione di una conoscenza approfondita ed esaustiva del funzionamento dell’individuo. Gli interventi prevedono quindi uno o più colloqui clinici, una raccolta anamnestica e, se non vi sono controindicazioni, la somministrazione di una batteria di test per raggiungere una valutazione accurata della struttura della persona, della sua modalità di funzionamento cognitivo ed emotivo, delle sue abilità oltre che delle difficoltà sperimentate.

L’utilizzo di un approccio diagnostico specifico e approfondito come quello dell’Assessment Collaborativo, permette al paziente di procedere nel processo diagnostico sentendo di aver vissuto un’esperienza nuova, di aver sperimentato un contenimento empatico, di aver ottenuto nuove informazioni su se stesso che possono cambiare, almeno in parte, il suo modo di considerare se stesso, di avere la possibilità di affrontare molte situazioni della sua vita in modo diverso da prima, di aver creato uno spazio mentale in cui contenuti ed eventi sono pensabili e sostenibili, di aver acquisito uno sguardo gentile verso di sé, capace di osservare se stesso in modo non giudicante, tollerante ma anche disponibile al cambiamento, superando tanto il sentimento della vergogna quanto le aree ‘cieche’ dovute alla rigidità dei meccanismi di difesa.

Nel modello collaborativo, nato a partire dall’intuizione della svolta relazionale in psicologica e dalle critiche che già negli anni ’50 gli approcci dinamici e sistemici muovevano verso la psicodiagnosi tradizionale di tipo psicometrico, si pongono in evidenza due ordini di obiettivi metodologici: il rigore nella somministrazione e nella codifica dei protocolli, e l’enfasi sulla creazione di un contesto relazionale empatico e supportivo nei confronti del paziente.

Per questo, i colloqui iniziali di una psicoterapia sono detti preliminari, in quanto servono a inquadrare e articolare la domanda che ciascuno porta, e a pensare alla direzione più indicata per l’avvio di quel particolare lavoro di psicoterapia.

Come avviene la Valutazione Psicodiagnostica

Il modello collaborativo della psicodiagnosi nasce a partire dall’intuizione della intersoggettività radicale dello scambio umano e dalle critiche avanzate già dagli anni ‘50 e ‘60 dal movimento umanistico e poi psicodinamico e sistemico, alla psicodiagnosi tradizionale di tipo psicometrico, considerata riduzionistica, deumanizzante e stigmatizzante.
A partire dalla psicodiagnosi collaborativa poco strutturata e prevalentemente implicita dei primi autori, in particolare di Costantine Fisher e di Leonard Handler, Stephen Finn con i suoi colleghi del Center for Therapeutic Assessment di Austin, Texas, ha elaborato dagli anni ’80 una procedura esplicita ed articolata che ha definito Therapeutic Assessment (2007), la cui struttura prevede specifici passaggi codificati che aiutano il clinico ad applicare questo modello di lavoro in modo efficace secondo un percorso definito.

La Valutazione Psicodiagnostica si sviluppa in 3 fasi:

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1° fase: Colloquio Clinico

Attraverso il colloquio viene accolta ed esplorata la sofferenza psichica percepita dalla persona e vengono indagati i fattori intrapsichici e relazionali che hanno contribuito all’insorgenza e al mantenimento del disagio emotivo.
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2° fase: Somministrazione Test

La somministrazione di test permette di integrare le informazioni raccolte attraverso il colloquio, di esplorare in modo approfondito il funzionamento psicologico della persona e di ottenere un inquadramento diagnostico.

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3° fase: Colloquio di Restituzione

Restituzione alla persona del profilo di personalità emerso e condivisione dei punti di forza e delle aree di problematicità; indicazione dell’intervento terapeutico idoneo per la gestione delle problematiche emerse; consegna del Referto Psicodiagnostico.

Test utilizzati

Nella mia pratica clinica mi avvalgo dell’utilizzo di strumenti validati scientificamente e riconosciuti in ambito internazionale. I test utilizzati nel percorso di Valutazione Psicodiagnostica vengono selezionati sulla base della specificità di ciascuna persona e della tipologia di problematiche presentate.

Obiettivi

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MMPI-2 “Minnesota Multiphasic Personality Inventory – 2”:

Si tratta di un test ad ampio spettro adatto a valutare le caratteristiche strutturali di personalità e i disordini di tipo emotivo e ad individuare eventuali psicopatologie in ambito clinico.
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MCMI-III “Millon Clinical Multiaxial Inventory-III”:

Strumento che permette una descrizione esaustiva dell’organizzazione di personalità e dei tratti caratteriali e l’individuazione di eventuali disturbi di personalità.

Performance based

TEST di RORSCHACH:
è uno strumento che attraverso stimoli indefiniti permette di indagare in modo approfondito e dettagliato la personalità e di effettuare delle diagnosi differenziali. Il test di Rorschach consente di individuare eventuali aree di conflitto, le risorse, i fattori di inibizione e verifica il controllo affettivo e l’adattamento sociale.

Scheda di valutazione

Si tratta di strumenti finalizzati all’indagine di specifiche aree sintomatologiche:

Depressione (BDI), Ansia (STAI), Attacchi di Panico (PAAAS), Rimuginio (PSWQ, WDQ), Disturbo Ossessivo-Compulsivo (Y-BOCS), Fobia Sociale (BSPS), Disturbo Dissociativo (DES), Disregolazione emotiva (DERS), Sintomatologia psicofisiologica (SCL-90).

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